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Carbon Farming

Il Carbon Farming, o agricoltura carbonica, è un approccio innovativo alla gestione delle terre agricole che mira a catturare e immagazzinare il carbonio atmosferico nel terreno, contribuendo così alla lotta contro la crisi climatica e i processi di desertificazione in atto anche in terreni agricoli un tempo di pregio, ripristinando la fertilità del suolo. Questa pratica agricola sostenibile ha guadagnato sempre più attenzione negli ultimi anni, poiché offre una serie di benefici per l’ambiente, l’agricoltura e la società nel suo complesso. In particolare, il sequestro del carbonio organico nel suolo offre notevoli vantaggi per l’agricoltura a causa del suo effetto positivo sulla formazione della struttura del suolo, sulla ritenzione idrica, sulla biodiversità edafica, e quindi sulla produttività delle colture.

Come funziona?

Il contenuto di carbonio organico del suolo (SOC) è considerato un indicatore ecologico di fondamentale importanza per definire la fertilità dei suoli e per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e i processi di desertificazione (perdita di sostanza organica nei suoli)
Il sequestro di carbonio nel suolo agrario avviene in risposta alle diverse pratiche agronomiche, alle condizioni climatiche e alle proprietà del suolo.
Studi condotti in suoli agrari dimostrano che modificando le pratiche agronomiche, o indentificando diverse combinazioni delle stesse, è possibile aumentare il contenuto di carbonio nei suoli. Tra le pratiche che favoriscono l’incremento di carbonio, l’utilizzo di concimi organici e in particolare di digestato (out-put della fermentazione anaerobica di varie matrici organiche tra cui i reflui zootecnici), è considerato un fattore che agisce positivamente. L’ottimizzazione di questa pratica permette quindi di aumentare la fertilità dei suoli e ridurre gli input di concime minerale. In quest’ottica, risulta fondamentale identificare le migliori pratiche di gestione del digestato (epoca, dose, tipologia) in diverse rotazioni colturali e condizioni pedoclimatiche.

Tale identificazione è possibile con analisi di scenario con modelli di simulazione colturale che, opportunamente calibrati con dati misurati in campo, permettono di quantificare l’effetto delle singole pratiche e delle loro combinazioni sull’evoluzione del contenuto di carbonio nel suolo nel lungo periodo.
Altre pratiche agricole che consentono di incrementare la SOC nel suolo sono le coperture vegetali dei terreni con intensificazione della fotosintesi, doppie colture, e la riduzione delle lavorazioni (Strip-till o minimum till o semina su sodo). Ma anche l’agroforestazione e la tutela della biodiversità possono contribuire a stabilizzare il clima locale e a mitigare gli effetti di fenomeni meteorologici estremi, quindi riducendo il rischio di dilavamento dello strato fertile del suolo.

L’insieme di queste pratiche contribuisce contribuisce inoltre a migliorare la struttura del suolo e la sua capacità di trattenere l’acqua, rendendo i terreni meno suscettibili alla desertificazione.

Perchè conviene?

Il Carbon Farming offre anche l’opportunità di generare crediti di carbonio, che possono essere venduti sui mercati delle emissioni. Questo può rappresentare un incentivo finanziario per gli agricoltori a impegnarsi ulteriormente nella mitigazione del cambiamento climatico e nella prevenzione della desertificazione.

In sintesi, il Carbon Farming rappresenta una risposta efficace e integrata sia alla sfida del cambiamento climatico che alla desertificazione dei terreni agricoli. Questa pratica non solo aiuta a mitigare le emissioni di carbonio, ma anche a migliorare la salute dei suoli e la resilienza delle colture, contribuendo così a preservare la sicurezza alimentare e l’ecosistema agricolo a lungo termine.

CARBON FARMING E PRATICHE DEL BIOGASFATTOBENE®

Fertilizzazione organica efficiente con digestato
Pratiche agricole conservative e Agricoltura 4.0
Gestione delle rotazioni e doppie colture
Gestione dei residui colturali
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